GIULIANELLO E CORI: 2 CASE PER L’INTEGRAZIONE

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Gli ultimi anni hanno visto il Comune di Cori e la Comunità di Giulianello impegnarsi sempre più nella lotta alle discriminazioni allo scopo, ovviamente, di favorire l’opposto: l’integrazione.

Negli ultimi tempi, soprattutto il grandissimo impegno del Consiglio Giovani ha permesso di portare nel nostro territorio associazioni come la rete “Near to Unar”, istituita dall’allora ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna, di aderire all’associazione MONDITA, di portare EURODESK…

Ma il cammino verso l’integrazione, in realtà è una storia vecchia nel nostro Comune. Una storia cominciata anni fa, quando qualcuno ha avuto la bella intuizione di tuffarsi nel mondo del Folklore, cominciando a portare gruppi di ballo a Cori provenienti da ogni parte del mondo.

Stiamo parlando del “Festival della Collina” e del “Latium Festival” che, ogni anno, per circa 10 – 15 giorni colorano le strade del paese con i costumi tradizionali dei gruppi aderenti.

Integrazione, ritorno di immagine non indifferente… la fratellanza tra i popoli difficilmente porta a immaginare lati negativi, dando così torto a tutti coloro che inneggiano al razzismo, che vedono nello straniero un problema da estirpare…

Certo, tutto questo sarebbe più bello se anche la comunità di Giulianello potesse godere attivamente dei benefici del folklore, ospitando (almeno) per una serata gruppi di ballo provenienti da ogni dove. Sarebbe un modo per ridurre ulteriormente quelle distanze che storicamente vivono tra Cori e Giulianello, l’inizio di un percorso per lanciare internazionalmente il paesello.

Notare come al tema dell’integrazione si affianca spesso quello dello sviluppo economico. Qualcuno ora penserà che il sottoscritto sia un’ipocrita, che parla di fratellanza tra i popoli solo per favorire lo sviluppo economico.

Non è assolutamente così. Che l’integrazione sia fonte di ricchezza è un fatto storico: la Spagna del XV° – XVI° secolo presentava al suo interno una forte comunità araba: i “Moriscos”, dediti alla lavorazione della seta e rappresentante una forte fetta dell’economia iberica (la paura che questa comunità potesse fungere da colonna portante per un possibile attacco ottomano, portò l’Imperatore Filippo II a espellerli, provocando così una grave perdita per l’economia spagnola); i Romani, nei confronti dei popoli sottomessi, non si preoccupavano di realizzare repressioni a livello culturale, limitandosi a mescolarvi il più possibile la cultura latina…

Inoltre, ci sono altre due ragioni che spingono a impegnarsi verso il folklore:

  • il fatto che, oltre a Cori, si siano ormai adeguati altri paesi della Provincia di Latina (Minturno, Ninfa, Sermoneta…), della Ciociaria (Paliano), della Provincia di Roma (Roma, Segni, Velletri…);

  • il 2012 è un anno che segnerà una svolta: l’iniziativa “L’Italia sono Anch’io” porterà, entro la fine dell’anno, a far si che la cittadinanza non si attribuirà più IUS SANGUINIS (obbligo di essere figlio di padre o madre italiani per conseguire, una volta compiuta la maggiore età, la cittadinanza italiana), bensì IUS SOLIS ( basta essere nati sul territorio italiano).

Soprattutto l’ultimo punto, non è un valido motivo per far si che Giulianello dimostri di essere permeabile a nuove e diverse realtà?

Cori e Giulianello: 2 case per l’integrazione.

Cioeta Angelo