LA CONDANNA DI CUSANI E UN SISTEMA CHE FRAN A

[banner size=”468X60″]

Mentre a livello nazionale la Regione Lombardia e Formigoni fanno rumore per le accuse al Governatore di corruzione e finanziamento illecito ai partiti nell’inchiesta sulla sanità privata, il Tribunale di Latina, in data odierna 3 luglio 2012, ha condannato il Presidente della Provincia di Latina Armando Cusani a 2 anni di reclusione e di interdizione dai pubblici uffici per abusivismo edilizio ( http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5dc0befc9/pag02latina.pdf )

Breve riassunto della vicenda: 2 anni fa Armando Cusani, Erasmo Chinappi (suocero) e Antonio Faiola (tecnico del Comune di Sperlonga) vengono rinviati a giudizio per violazione della normativa urbanistica e per abuso d’ufficio. Il processo inizia nel novembre 2010 ma, i reati hanno rischiato la prescrizione ( i fatti risalgono al 2005). Nel dicembre 2011 però, arriva la contestazione suppletiva di un nuovo abuso edilizio accertato dal Nipaf in un sopralluogo all’Hotel: una sala ristorante realizzata chiudendo una terrazza con grandi vetrate. Tecnicamente, si è stabilita una continuità della condotta illecita che ha impedito la prescrizione dei primi abusi. Tutto è iniziato con l’autorizzazione rilasciata dal dirigente comunale Antonio Faiola all’allora sindaco di Sperlonga (Armando Cusani) e al suocero Erasmo Chinappi per l’abbattimento e la ricostruzione del ristorante Grotta di Tiberio, trasformato in Hotel con un notevole aumento di cubatura. Stando al consulente della parte civile, l’ingegnere Benito di Fazio, la volumetria è passata (autorizzata dal Comune) da 2200 a oltre 5mila metri cubi attuali: per tale motivo, anche Faiola è stato condannato. Non finisce qua: nel 2005 l’hotel ha ampliato le cucine, realizzato nuovi depositi, una piscina e un tetragono muro di contenimento ( da qui la protesta del confinante Tursi). In aula il Pubblico Ministero Giuseppe Miliano ha definito il muro << funzionale alle costruzioni abusive realizzate >>. Una ulteriore aggravante è stato il tentativo di fare rientrare nel Piano casa le opere << aggiuntive >> realizzate all’Hotel Cusani. Stando a Miliano, lo strumento non è assolutamente applicabile << perchè i lavori sono stati realizzati prima della sua applicazione. E non trattandosi di un condono, il piano casa non è applicabile a quanto già realizzato >>. Finisce qua? Assolutamente no, l’indecenza non ha alcun limite: a processo in corso è arrivato anche l’ampliamento della sala ristorante e il conseguente accertamento del Nipaf. Oltre alle condanne, la sentenza ha disposto l’abbattimento delle opere abusive: un’istanza che nel corso del processo il confinante Carmine Tursi quale parte lesa ha avanzato prima al Comune e poi, per i poteri sostitutivi attribuitigli dalla legge, alla Regione. Richiesta che fino ad allora era rimasta disattesa. ( Fonte: http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5dc0befc9/pag02latina.pdf ).

Le conseguenze di questa vicenda ( comunque di primo grado, quindi tutto è ancora da decidere) non possono che essere negative. Da circa una settimana, la Provincia di Latina sa di essere rappresentata da un Presidente condannato a 2 anni per abusivismo edilizio. Logica ed etica personale vorrebbero che una figura istituzionale condannata al carcere ( poco conta che la sentenza non è definitiva: un cittadino non può aspettare il verdetto finale per capire se un rappresentante delle istituzioni ha violato la legge oppure no), si dimetta un minuto dopo che il giudice si è pronunciato. Come spesso accade in Italia, un’azione simile non è avvenuta neanche in questo caso. Anzi, nel pieno stile dell’Italia (post?) berlusconiana, la macchina della giustizia è stata attaccata ( http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5dc0befce/pag03latina.pdf ). Come dire: il giudice è il colpevole e il condannato è innocente.

Ma tralasciamo la << quisquilia >> del conflitto istituzioni – giustizia, perchè non c’è essere peggiore di chi pretende di avere ragione anche quando ha pienamente torto.

Prendiamo però un periodo dal link soprassegnato. Cusani sostiene che la sua condanna è dovuta ad un collegio giudicante ove uno dei membri è il giudice Gabriella Nuzzi, << trasferita qui per una sorta di punizione seguita alla conduzione, insieme a De Magistris, del processo “ Why Not” >>. In poche parole, il giudice Nuzzi ha trovato su chi vendicare il proprio trasferimento. Parole pesanti, che non dovrebbero assolutamente pervenire da chi non sarebbe nessuno senza il consenso popolare. Ma Cusani ci ha abituato ad espressioni del genere: se la prese con l’allora ministro Prestigiacomo in seguito all’opposizione del progetto del porto a Sabaudia; definì la relazione dell’allora prefetto Frattasi sul caso Fondi una << patacca >>, la commissione d’accesso a Fondi era composta da << pezzi deviati dello Stato >>… ( http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5dc0befce/pag03latina.pdf ).

Dopo Fondi(http://www.ilgrido.eu/index.phpset=102&blog_tool_id=&local_page=blog&left_local_page=&month=12&year=2011&users_table=&dom_sld=ilgrido&dom_tld=eu&sito_gratis=&sito=&leggi_risposte=1375111 ), la Provincia di Latina. Dopo le ingerenze di Claudio Fazzone, la condanna a due anni di Armando Cusani.

Ora una domanda: con queste credenziali, come potranno le istituzioni locali difendere la Provincia di Latina dall’eventuale accorpamento con Frosinone? Forse alla fine la provincia pontina si salverà. Una cosa comunque è certa: esiste una questione morale a livello locale. Una questione che investe soprattutto il PDL, di cui l’agro pontino è uno dei laboratori politici più importanti d’Italia.

E, non a caso, voglio concludere così:

<< La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico >>. Chi l’avrà detta? Mistero…

Angelo Cioeta