La goccia che fa traboccare il vaso

Giuro, pensavo che peggio dell’anno scorso non si potesse fare. Giusto per rinfrescarci la memoria: elezioni politiche già vinte che vinciamo sul filo di lana ( ma non abbastanza per poter governare), non elezione di Rodotà alla Presidenza della Repubblica (chissà perchè poi), impallinamento (i famosi 101) di Romano Prodi e governo di pacificazione (!!) con Silvio Berlusconi. Intanto: gli OccupyPD facevano la voce grossa incitando al governo del cambiamento, sostenendo Stefano Rodotà e Romano Prodi (insieme, perchè entrambi erano e sono risorse per il Paese), persone che erano tesserate dai tempi del Partito Comunista Italiano bruciavano la tessera del PD dopo la seconda elezione di Giorgio Napolitano a Presidente della Repubblica. Insomma, tutto poteva cambiare ma alla fine tutto è rimasto come sempre. In quei giorni ero arrabbiatissimo, vedevo svanire quel percorso di primarie e parlamentarie, di carta d’intenti che avevamo costruito con Sinistra Ecologia e Libertà, con il Partito Socialista Italiano e con Centro Democratico, di fatiche nel volantinare e convincere le persone a votare per il nostro partito. Decisi di non strappare la tessera, perchè quel pezzo di plastica aveva (e ha) più dignità dell’allora classe dirigente (che ritenevo la peggiore che il centrosinistra abbia avuto fin dalle origini), perchè in tutto quel casino le colpe non erano solo del PD, ma anche di un movimento (il M5S) che, anziché partecipare ad un progetto di cambiamento, decideva di umiliare in streaming Pierluigi Bersani e di chiudere a qualsiasi possibilità di accordo (salvo Beppe Grillo dire, 5 minuti prima della votazione su Napolitano, che, se avessimo votato Rodotà si sarebbero aperte praterie per il governo). Soprattutto, a 22 anni non potevo già considerare quei fatti il mio capolinea nel portare avanti battaglie politiche in cui credo. E poi, c’era il Congresso: cedere ora significava darla vinta alla nomenklatura. E allora sotto con Giuseppe Civati, «illustre sconosciuto» che per i più era un bel ragazzo (così si sentiva dire da ragazze che conosco), una persona troppo giovane per la segreteria (in effetti, a 40 anni, con una figlia a carico, sicuramente è un adolescente rivoluzionario, niente di più), una «persona che voterei ma sarebbe inutile perchè tanto vince Renzi» (si, va letto tutto d’un fiato). Poi, si sa come è andata a finire: vittoria di Renzi alla grande. Senza problemi, il risultato delle Primarie lo riconobbi: «L’Italia cambia verso, con un partito bello e democraticoche la pensa come te». Almeno così speravo. D’altronde, le prime scelte di Renzi neanche mi guastavano: il PD dettava l’agenda politica, si sfidava Grillo ed il suo movimento dopo i tentativi di Bersani e Civati nonché etichettature varie da parte dei relativi esponenti, si ad una riforma del Senato (siamo l’unico Paese al mondo che ha due Camere con i medesimi poteri). E poi, la legge elettorale: Grillo diceva di no e Renzi ricorreva a Silvio Berlusconi (dopo 8 anni, potevamo allungare di qualche giorno il tentativo con Grillo, a questo punto) con cui realizzava l’Italicum (no preferenze, sbarramento con la virgola etc.), prossimo (?) ad approvazione. Intanto: #maipiulargheintese, #enricostaisereno etc. Le ultime parole famose; ieri la direzione PD ha deciso di realizzare la staffetta: dimissioni di Enrico Letta e Matteo Renzi nuovo Presidente del Consiglio, con buona pace delle regole democratiche. Personalmente, ritengo quest’ultimo fatto la goccia che fa traboccare il vaso. E ciò lo dico a malincuore, perchè di questo partito sono una piccola stella di quella galassia di coordinatori di circoli di cui il PD ha permeato la nostra penisola. Sono stato eletto il 2 novembre 2013, con l’intenzione di rilanciare la partecipazione politica nella mia comunità, soprattutto tra i giovani. Un obiettivo ambizioso, reso complicato dalle contraddizioni in cui negli ultimi anni siamo caduti. Adesso, quell’obiettivo lo ritengo irraggiungibile per due motivi: 1) le persone neanche ci penseranno ad avvicinarsi ad un partito che ha rinnegato il risultato delle primarie; 2) ho perso fiducia anche io, e temo che continuare a restare nel PD significhi solo cozzare con i miei ideali di sinistra (giuro: mai avrei pensato di dirlo, ma la coerenza con se stessi bisogna tutelarla). Quando le persone ti dicono in faccia che -in queste condizioni – non vogliono più dare una mano, quando ti dicono «mi dispiace per te, ma il PD non lo voterò mai più» e lo senti ripetere tante volte da una moltitudine di uomini e donne, capisci che stiamo andando verso un pozzo senza fondo. Quindi, caro PD, per me parte un periodo di profonda riflessione sul mio ruolo in questa organizzazione politica: devo capire, comprendere se sono ancora un pezzo del puzzle che si incastra perfettamente oppure no. Continuerò a parlare con i membri dei circoli, affinchè le mie riflessioni possano giungere a delle conclusioni. Intanto, per le elezioni europee, il mio voto (sempre a malincuore) non sarà per il PD. Ma, sicuramente non sarà neanche per il M5S, perchè le mie idee cozzano con coloro che pensano che i politici sono tutti uguali e corrotti, che si vantano di non far parlare colleghi deputati di partiti avversi, che ritengono un click da casa la vera democrazia diretta, che pensano che la distruzione dei partiti sia un bene per la democrazia etc. Il mio voto, fin da quando ho acquisito la maggiore età, è sempre stato basato sui contenuti e mai sulla protesta. Voterò Tsipras, perchè voglio continuare a credere in un’Europa dei diritti; il Partito Democratico, per come siamo messi oggi, potrà anche creare il documento programmatico più bello del mondo, ma non saprebbe concretizzarlo. D’altronde, se siamo un partito serio, avremmo dovuto avviare un’indagine interna per scoprire i 101. #giustoperdirneuna. Ecco, ci si chiarisca prima all’interno, e poi si torni a fare politica (sui territori!).

Andrò contro le responsabilità del ruolo che ricopro? Forse, ma permettetemi di dire che: in un partito ove i programmi e gli impegni vengono messi da parte con molta facilità, azioni democratiche come quella che ho intrapreso io sono zucchero.

vorrei che tutto questo fosse solo un incubo …