NASSIRYA, VITTIME E CARNEFICI

Ieri ricorreva il 10° anniversario della strage di Nassirya. La politica doveva fare solo una cosa, semplicissima: commemorare i caduti, vittime della follia terroristica. Bene, siamo riusciti nell’impresa di non adempiere neanche a quello. Una deputata del M5S, Emanuela Corda, ha dichiarato che anche il kamikaze è una vittima. Siamo d’accordo, il kamikaze è una vittima della follia terroristica, che lo ha influenzato talmente da portarlo ad un gesto estremo di una gravità assurda. Ma resta pur sempre un assassino, un carnefice. E, da che mondo è mondo, le azioni di un assassino, consapevole o meno, non sono mai giustificabili. Perchè, a questo punto chi ricorda l’11 settembre 2001 dovebbe parlare di vittime non solo tra gli abitanti delle Torri Gemelle, ma anche tra gli autori di quella tragedia; perchè, chi ricorda Pearl Harbor dovrebbe allora fare lo stesso con chi ha portato gli aerei giapponesi a quel massacro; perchè, chi ricorda Hiroshima e Nagasaky (così almeno non si parlerà di discorso a favore dell’una o dell’altra parte) dovrà commemorare gli aviatori americani etc. Mi si dirà: allora i partigiani sono assassini? Sono uguali a fascisti, nazisti etc.? E’ una bella domanda, che potrebbe anche mettere in difficoltà. Uccidere non è mai giusto, anche se il mondo (purtroppo) nella sua storia ha trovato in quell’azione quasi sempre l’unico modo per risolvere i suoi problemi. La risposta è una sola: quello che è successo non deve mai più ripetersi. E lì dove ancora succedono queste cose, bisognerà lavorare affinché terminino il prima possibile.

In una parola: scoppi la pace! (come direbbe Papa Francesco).

 

P.S.: la deputata oggi si è scusata. Quanto successo però rimanga a perenne memoria.