4 NOVEMBRE: FESTA DELLE FORZE ARMATE E DELL’UNITA’ NAZIONALE

La storia come monito

 Questa mattina il sottoscritto ( in rappresentanza del Consiglio Giovani) e il Vice – Presidente Andrea Mattoccia ( in rappresentanza del Consiglio di Comunità), Luca Zampi, Bruno Canale, Cristina Ricci ( in rappresentanza del Consiglio Comunale, sia per la maggioranza che per l’opposizione), Mauro Carturan e Fausto Nuglio ( per l’amministrazione provinciale ) si sono riuniti per celebrare la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. L’evento (organizzato dal “Club IL GIULIANESE”) è stato preceduto da una messa presso la parrocchia di San Giovanni Battista e da un << cerimoniale >> svoltosi sempre all’interno della Chiesa causa le cattive condizioni meteo e dove hanno preso parola il presidente dell’associazione Raffaele Sciarretta e i vari rappresentanti istituzionali. Alla fine, sotto la pioggia battente, è stata posata una corona d’alloro presso il monumento ai caduti e sventolata la bandiera italiana, con tanto di benedizione del parroco.

Il 4 novembre per la nostra storia patria è un giorno importantissimo. Si rievoca la vittoriosa battaglia di Vittorio Veneto ( 4 – 11 – 1918 ) che pose fine alla prima guerra mondiale ( “I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza”, comunicato del generale Armando Diaz).La << piccola >> Italia aveva sconfitto l’Impero Austro – Ungarico, completando quel processo risorgimentale che nel 1861 ci vedeva nascere come Stato unitario, ma privi del Veneto ( annesso nel 1866), di Roma ( 20 settembre 1870), del Trentino e del Friuli orientale ( annessi al Regno appunto dopo la prima guerra mondiale, con il “Trattato di Saint – Germain” del 10 settembre 1919).

Dal 4 novembre 1919, si celebra quella che oggi noi chiamiamo “ Giornata dell’unità Nazionale e delle Forze Armate”: è l’unica festa che ha attraversato l’Italia liberale, fascista e repubblicana. Fino al 1977 fu festa nazionale a tutti gli effetti. Da quell’anno in poi, causa una riforma del calendario delle festività nazionali per aumentare il numero dei giorni lavorativi, è stata resa “festa mobile” e si celebrava nella prima domenica di novembre. Negli anni ’80 e ’90 la sua importanza nel novero delle festività nazionali è andata declinando e solo con la Presidenza della Repubblica di Carlo Azeglio Ciampi ha riacquistato forza.

L’Italia di Vittorio Veneto era l’Italia della povertà economica, delle forti disuguaglianze sociali, era quella delle leve del ’99, cioè giovanissimi che sacrificarono la loro vita per la causa nazionale…

Gli italiani hanno tanti difetti, ma anche qualche pregio. E uno di questi pregi è la capacità di rialzare la testa. Lo abbiamo fatto dopo centinaia di anni di subordinazione al dominio straniero, dopo la disfatta di Caporetto, dopo il fascismo e la seconda guerra mondiale. Adesso, con la crisi economica più grave di sempre, bisogna fare lo stesso: unirsi sotto l’orgoglio del tricolore e dell’inno di Mameli e lavorare per ricostruire. Con il vantaggio di avere non una guerra alle spalle, bensì 60 anni di pace garantiti dall’Unione Europea. E non è poco.

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