“Casa per casa, strada per strada” e tante, tante bandiere

Peppino Impastato: «Sai che cosa penso? Che questo aeroporto in fondo non è brutto, anzi…»;

Amico: «Ma che cosa dici?»;

P.I.:«Visto così dall’alto. Uno sale qua sopra e potrebbe anche pensare che la natura vince sempre, che è ancora più forte dell’uomo. Invece non è così. In fondo tutte le cose, anche le peggiori, una volta fatte, poi si trovano una logica, una giustificazione per il solo fatto di esistere. Fanno queste case schifose, con le finestrine in alluminio, i muri di mattoni, i balconcini… La gente ci va ad abitare e ci mette le tendine, i gerani, la televisione… Dopo un po’ tutto fa parte del paesaggio, c’è, esiste. Nessuno si ricorda più come era prima, non ci vuole niente a distruggere la bellezza»;

A.:«E allora?»;

P.I.:«Allora invece della lotta politica, della coscienza di classe, tutte le manifestazioni e queste fesserie, bisognerebbe ricordare alla gente che cosa è la bellezza, aiutarla a riconoscerla, a difenderla»;

A.:«La bellezza?»;

P.I.:«E’ importante la bellezza, da quella scende giù tutto il resto»;

Dal film I cento passi, di Marco Tullio Giordana.

 

La questione della Bretella Cisterna – Valmontone non è solo soldi buttati al vento, cementificazione selvaggia, interessi di politica e costruttori ecc. La questione della Bretella Cisterna – Valmontone è anche quello che diceva Peppino Impastato sulla bellezza: «Dopo un po’ tutto fa parte del paesaggio, c’è, esiste. Nessuno si ricorda più come era prima, non ci vuole niente a distruggere la bellezza». L’opera danneggerà notevolmente importanti aree archeologiche e naturalistiche del Lazio. E’ necessario che la gente cominci a farsi fin da ora un’idea di quello che è ora il Lago di Giulianello, e di quello che invece sarà tra vent’anni, contornato da tonnellate e tonnellate di cemento, con veicoli che secondo dopo secondo attraversano l’area rilasciando particelle inquinanti, dannose sia per l’ambiente, sia per i cittadini.

Cerchiamo quindi di far partire un’opera di «(ri)educazione ambientale». Un’opera che non può fermarsi alla realizzazione di incontri pubblici, battaglie in sede giudiziaria, manifestazioni… Serve un’azione quotidiana, martellante…

Quindi, prendendo in prestito le parole di Enrico Berlinguer:

«Andiamo casa per casa, strada per strada», andiamo a prendere un caffè da un vicino (oppure offriamolo), andiamo dai nostri parenti, prendiamo una birra con i nostri migliori amici… e parliamo della Bretella, della sua devastazione, facciamo immaginare ai destinatari del nostro messaggio quello che saranno i nostri territori tra pochi decenni.

Contemporaneamente, rendiamo le abitazioni dei comuni interessati i luoghi privilegiati delle bandiere No Corridoio, No Bretella! Affinchè, in tutti i giorni ed in tutte le ore, chiunque potrà, alzando lo sguardo, vedere quel pezzo di stoffa e chiedere: cosa sta succedendo? Cosa è questa storia? E noi saremo lì a raccontare questa storia, che speriamo abbia un bel finale.

«Allora invece della lotta politica, della coscienza di classe, tutte le manifestazioni e queste fesserie, bisognerebbe ricordare alla gente che cosa è la bellezza, aiutarla a riconoscerla, a difenderla»

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