LA STORIA CONTINUA

Quando un partito ti porta a votare 2 milioni e mezzo di persone nonostante lo scandalo del tesseramento gonfiato, l’incostituzionalità della legge elettorale, le larghe ( ora un po’ meno) intese, la disaffezione alla politica etc., significa che il cuore pulsante di quel partito continua ad essere sano e robusto. Questo cuore pulsante sono i tesserati, i militanti, tutti coloro che si sono spesi in questo anno per la buona riuscita del Congresso Nazionale. E da domani inizieranno a spendersi per rendere questo partito ancora più grande. La vittoria di Matteo Renzi viene vista da molti come la fine della sinistra. Non sono d’accordo. Vero, buona parte della nomenklatura ha deciso di rinnegare quanto detto durante le primarie di coalizione del 2012, ma Matteo Renzi non potrà rinunciare del tutto a quello che era il suo progetto iniziale: «rottamare» la classe dirigente del Partito Democratico. Alla conclusione delle primarie dell’anno scorso, quando Pierluigi Bersani fu incoronato candidato premier di «Italia Bene Comune», la prima cosa che mi venne in mente fu quella di unire gli slogan dei due candidati che avevano raggiunto il ballottaggio: «Il coraggio dell’Italia. Adesso!». Ecco, ora mi piacerebbe che si cominciasse a dire: «L’Italia cambia verso, con un partito bello e democratico, che la pensa come te». Non si tratta di ammettere la sconfitta di chi, come me, ha sostenuto Giuseppe Civati o, come altri, Gianni Cuperlo; tutt’altro. Il Partito Democratico è, per dirlo con le parole di Gianni Cuperlo, «una comunità di persone» che vede nelle Primarie lo strumento ideale per decidere, insieme alle persone, i candidati ideali alle cariche pubbliche. Certo, non sempre ci riesce; non sempre riusciamo a capire le esigenze delle persone; spesso parliamo di problemi interni al partito, ma non di quelli reali, che il Paese vive tutti i giorni. Però una cosa è certa: chi è dentro il Partito sa benissimo che il risultato delle Primarie va accettato, altrimenti queste non avrebbero motivo di esistere. E si ricadrebbe nell’unica alternativa possibile: il partito basato sulla persona. Ma di questi in Italia ne abbiamo fin troppi.

 

Detto questo,

 

  • auguro buon lavoro al Segretario Matteo Renzi;
  • lancio un affettuoso saluto ai compagni di viaggio di questa avventura.