Sangue e cemento

Secoli di storia e civiltà non ci hanno insegnato proprio nulla. La «bolla d’acqua» in Sardegna è l’ennesimo esempio di come l’Italia sia stata, soprattutto nel ‘900, costruita male, al risparmio, al solo scopo di soddisfare gli interessi di pochissimi. Così, mentre Roma Antica continuerà a sopravvivere nelle memorie di molte generazioni grazie al Colosseo, ai Fori Imperiali etc., l’Italia di oggi l’unica cosa che lascerà saranno i cadaveri delle vittime colpite dalla cementificazione selvaggia, le lacrime di familiari ed amici che, per colpa dell’egoismo umano, non vedranno più i loro cari,e zone (una volta bellissime dell’Italia) che la natura, a modo suo, si è ripresa. Non impareremo mai. «Lasciate ogni speranza o’ voi» che credete che, dopo la tragedia sarda, cambierà qualcosa. Non è successo con il terremoto dell’Aquila, con il Vajont, con le Cinque Terre… , figuriamoci se succede ora, con «soli» 5 morti. Il Paese più bello del mondo, il «Giardino d’Europa», lo Stato dai paesaggi inimitabili lo abbiamo condannato ad un destino che non meritava: abusivismo edilizio, sanatorie, abitazioni costruite alle pendici del Vesuvio, fossi spesso tombinati o mal tenuti, centrali nucleari che ancora per anni continueranno a emanare radiazioni… «Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!».

 

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