SILVIO BERLUSCONI: E’ CADUTA LA TESTA, NON IL REGIME.

Se pensate che con la decadenza di Silvio Berlusconi è finito un regime, si sbaglia di grosso. Probabilmente, quello di Berlusconi non è stato un regime nel vero senso della parola. Ma sicuramente, è stato qualcosa che si avvicina moltissimo a quel termine. In scienza politica, una delle cose fondamentali che ti insegnano è che qualsiasi regime, una volta terminato, sarà comunque destinato ad influenzare la nascita di quello successivo. E’ successo con la transizione dalla monarchia alla dittatura (lo Statuto Albertino, carta fondamentale del Regno d’Italia, resterà in vigore anche durante il ventennio dei fasci); è successo con il ritorno (breve) alla monarchia, dopo l’8 settembre 1943(l’ordine Dino Grandi è di chiara matrice fascista), e poi, con il passaggio alla Repubblica (es.: il Codice Civile risale al 1942). Con Berlusconi, è successa una cosa simile: è stato fatto fuori (politicamente parlando s’intende) l’uomo, ma non ciò che ha lasciato. E Silvio di «regali» ne ha fatti tanti al popolo italiano: condoni edilizi e fiscali, leggi ad personam, conflitto d’interessi, mignotte, figuracce a livello internazionale etc. Allora, è inutile stare a discutere la fine politica (premesso il fatto che, in qualsiasi altro Paese civile, la decadenza di un senatore mai si sarebbe pensato di trasformarla in un momento storico) di una persona, se poi si lascia intatto tutto il sistema di potere che ha creato. Da oggi, l’Italia ha un Parlamento (leggermente) più onesto. Ma, come sono stati smantellati i simboli fascisti, come è stato scardinato quell’ordinamento dittatoriale che per un ventennio ha fatto prevalere nel nostro Paese il pensiero unico, si cominci ora ad attuare una politica volta a garantire la tutela e la salvagurdia dell’ambiente, a velocizzare la giustizia ed a rendere la sua applicazione uguale per tutti («senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali »), a scardinare il dominio televisivo di pochissime emittenti… E poi, torniamo ad una scuola pubblica dignitosa, ridiamo ai cittadini la possibilità di scegliere chi mandare in Parlamento etc. Insomma, torniamo a parlare di politica, una volta per tutte.

 

Insomma: in Parlamento Berlusconi non c’è più. E’ però rimasto il berlusconismo, ancora più pericoloso.