A Cori una Giunta con il freno a mano tirato

Partiamo da un dato: solo il 57% del corpo elettorale si è recato alle urne il 12 giugno, per eleggere il Sindaco che avrebbe governato la città per i prossimi cinque anni. Dunque, quasi la metà degli elettori ha disertato i seggi, non riconoscendosi in nessuna delle due proposte messe in campo: Cori e Giulianello insieme e L’altra città. Approfondendo i dati delle passate campagne elettorali, partendo ad esempio dal 2007 (anno in cui il centrosinistra si riprende il governo della città, dopo la parentesi del centrodestra), si nota un clamoroso tracollo della partecipazione alla vita politica da parte dei cittadini. I dati sull’affluenza parlano chiaro (fonte: Eligendo):

  • 84,17% nel 2007;
  • 78,10% nel 2012;
  • 63,78% nel 2017;
  • 56,12% nel 2022.

Una democrazia funziona e gode di buona salute tanto più quanto più le persone vanno al voto e, in generale, partecipano alla vita politica della città. Dunque, sotto questo punto di vista, c’è già da registrare una mancanza sul nostro territorio in questi ultimi anni: l’assenza di progettualità sulla partecipazione. Questo discorso, però, lo approfondiremo meglio in un prossimo articolo.

C’è da dire, ovviamente, che Cori non è stata risparmiata dall’emergenza da Covid-19 di questi ultimi anni. Dunque, la partecipazione alla vita politica avrà sicuramente risentito della crisi pandemica. Ma, mettendo insieme questi due eventi (più quello della mancata partecipazione al voto di buona parte delle giovani generazioni) era non solo necessario, ma doveroso lavorare ad una giunta post – emergenza Covid capace di includere tutte le forze attive del paese, vero cuore pulsante di Cori e Giulianello. Leggendo invece gli assessorati, si notano fin da subito delle gravi mancanze: Politiche sociali, Cultura e Sport sono fuori dalla Giunta. Se all’ultimo ci siamo (tristemente) abituati all’idea, difficile è capire i motivi che hanno portato a declassare gli altri due. Come ha scritto l’ex sindaco Tommaso Conti, l’Assessorato alle politiche sociali, in questi ultimi quindici anni si è occupato degli indigenti, dei senza fissa dimora, dei migranti, dei disabili […], che sarebbero la parte debole della società, quella che non va a votare. Senza nulla togliere alla competenza di Annamaria Tebaldi (alla quale auguriamo un buon lavoro), sarà ora più difficile portare avanti determinate progettualità sul tema, con la semplice delega.

Discorso forse simile va fatto per la cultura. Cori e Giulianello vantano innumerevoli progettualità e iniziative culturali (il Carosello storico dei Rioni, il Latium Festival, il Pe i ndo, il Lago cantato etc.), nel corso dell’anno prolificano eventi come presentazioni di libri e molto altro. Siamo una comunità che ha la fortuna di avere una Biblioteca tra le più fornite della provincia di Latina, un Archivio storico e un Museo ricchi e preziosi e un patrimonio monumentale imponente. Già questo elenco (molto parziale) dovrebbe essere sufficiente per convincersi che la cultura meritava l’assessorato. Anche a Michele Todini, delegato, auguriamo un buon lavoro, nella speranza che possa fare grandissime cose. Consiglio: si tenga conto delle parole di Tomaso Montanari, che nel corso di un’intervista, alla domanda “Che messaggio manda una città o una regione che non ha un assessorato alla cultura?”, ha risposto dicendo: Di accentramento. Di strumentalizzazione della cultura dietro l’unica finalità del consenso. E che la cultura come pensiero politico critico è un problema, oggi. Ecco, facciamo attenzione.

Chiudiamo con lo sport, settore ormai abituato a non vedersi assegnato un assessorato. A Cori e Giulianello ci sono diversi impianti sportivi, dove da decenni si sviluppano progettualità e attività che hanno anche una importantissima funzione di integrazione sociale. Uno di questi, Stoza, il principale impianto del paese, è da tempo oggetto di una discussione su ciò che dovrà essere in futuro, vista anche la necessità di ristrutturarlo (o di ricostruirlo da zero, se mai qualcuno si prenderà l’onore e l’onere dell’iniziativa). I nostri auguri non vengono meno a Chiara D’Elia, nella speranza che tra cinque anni si possa parlare di una storia diversa.

Altra nota dolente: l’associazionismo. Senza questi, i principali luoghi pubblici del Paese sarebbero fermi: l’archivio storico, la Biblioteca, il Museo, i Centri anziani, il punto  lettura Gianluca Canale etc. sono tutti gestiti da associazioni. Con la nuova giunta, gli assessorati di riferimento per le associazioni si sono ridotti quasi allo zero. Un gigantesco e inspiegabile passo indietro.

Si riparte, ma con il freno a mano tirato. E non è un bene.