Volevamo soltanto vivere

Non è dolce il naufragar in questo mare: l’acqua da ponte di speranza diventa superficie di una tomba naturale, del cimitero più grande al mondo, fatto di noi uomini, donne e bambini violentati, torturati e depredati della nostra dignità. Avevamo un punto di approdo: le coste, confine tra due continenti e due vite, di cui una da buttarsi per sempre alle spalle e un’altra da cominciare, più bella e dignitosa. L’approdo, invece, è arrivato prima: non davanti ai nostri occhi, ma sotto il barcone su cui stavamo. Il corpo, disidratato, improvvisamente si gonfia d’acqua […] Per continuare a leggere l’articolo, cliccare qui