L’ “ora legale” della politica

Silvio Berlusconi riesuma Forza Italia, Francesco Storace fa rinascere Alleanza Nazionale. Adesso Giuseppe Fioroni minaccia di far tornare la Margherita. Sembra che la politica italiana in quest’ultimo decennio abbia conosciuto una lunga «ora solare»: le lancette sono state spostate in avanti grazie alla fondazione del Popolo delle Libertà e del Partito Democratico. Il sistema partitico italiano sembrava andare verso una semplificazione: nelle istituzioni ci sarebbero stati 2 grandi partiti (al massimo qualche piccola minoranza «innocua»), uno alla maggioranza e l’altro all’opposizione. Senza poi dimenticare che, finalmente, si poteva cominciare a parlare di alternanza al governo: una maggioranza coerente nel suo interno, dopo un mandato, sarebbe stata chiamata a farsi riconfermare oppure a farsi sostituire da un’altra maggioranza, con idee ovviamente diverse, ma sempre con una sua coerenza. In pillole: un sistema politico più attuale, snello ed efficiente, senza trasformismi, bicamerali o larghe intese. Invece così non è stato: la caduta del secondo Governo Prodi, la fine anticipata dell’ultimo governo Berlusconi, il governo di responsabilità nazionale presieduto da Mario Monti e sostenuto dalla maggioranza dei «poli opposti» (PD – PDL – UDC) e ora il Governo di Enrico Letta, sostenuto dai medesimi partiti facenti parte della maggioranza guidata dal professore della Bocconi ne sono la eloquente dimostrazione. E, anziché guardare avanti, si preferisce tornare indietro. Ecco dunque che le lancette dell’orologio vengono messe indietro di un’ora (o di un decennio se parliamo in termini di anni): Silvio Berlusconi comprende che, per restare capo indiscusso, è meglio tornare ad un organo non collegiale, basato sulla guida di una sola persona; Francesco Storace sogna di unificare una presunta destra sotto il simbolo dell’era finiana. E Fioroni? Ancora si sa poco delle sue intenzioni. O meglio, sappiamo che la sua reazione è dovuta all’intenzione di Epifani di entrare nel Partito Socialista Europeo, una «provocazione» per l’area cattolica del partito.

 

Non c’è altro da dire.

 

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